Fiducia e convivenza
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Dossier

Fiducia e convivenza

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… se perdi la fiducia, credi semplicemente di non avere alcun controllo sul futuro: oggi viviamo tempi sfavorevoli alla fiducia in ragione della evidente transitorietà e vulnerabilità di tutto ciò che conta nella vita terrena | Zygmund Baumann

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La civiltà moderna era basata sulla fiducia, prima di tutto nelle proprie capacità. In secondo luogo c’era la fiducia negli altri, come esseri umani razionali. E il terzo tipo di fiducia era quella nella stabilità delle istituzioni. Ciò che si considera valido oggi, lo sarà anche domani e dopodomani. Il confine tra comportamento corretto e non corretto resterà tale anche la prossima volta. Qualsiasi cosa rappresenti, un’abilità utile, creativa, che acquisisco oggi, rimarrà utile e creativa anche domani e dopodomani.

Secondo Zygmunt Bauman tutti questi tre tipi di fiducia sono scomparsi. «E se perdi questa fiducia, credi semplicemente di non avere alcun controllo sul futuro e questa è un’idea paralizzante. Le persone che restano paralizzate, e che perciò vivono a breve termine e non capiscono cosa significa avere un impegno e dei progetti a lungo termine, non sono in grado di resistere al pensiero unico. E cosí il pensiero unico distrugge tutte le alternative a sé stesso». I nostri tempi, concludeva Bauman, «sono tempi sfavorevoli alla fiducia e, piú in generale, a propositi e sforzi di ampia portata, per l’evidente transitorietà e vulnerabilità di tutto (o quasi tutto) ciò che conta nella vita terrena».

Ma in questo scenario, dobbiamo partire dal fatto che oggi costatare che la fiducia viene meno, significa concretamente che ci stiamo allontanando gli uni dagli altri. Pierre Rosanvallon osserva acutamente che la reciprocità è alla base delle cosiddette “istituzioni invisibili” che regolano la vita sociale: vale a dire, la fiducia, la legittimità, il rispetto dell’autorità.

Oggi le istituzioni invisibili penano a mantenere il loro statuto e la loro efficacia. Senza la loro invisibilità, è la convivenza stessa che inizia a corrompersi. È su questa premessa decisiva che noi oggi siamo chiamati a ripensare e rifondare la fiducia: in noi stessi, negli altri e nelle istituzioni. Perché senza fiducia gli esseri umani non possono esistere: la loro vita diventerebbe un inferno.

La fiducia ha a che fare con un atteggiamento, sia verso gli altri che verso sé stessi, che risulta da una valutazione positiva di fatti, circostanze, relazioni, per cui si confida nelle altrui o proprie possibilità, e che generalmente produce un sentimento di sicurezza e tranquillità. Cosí ci dicono i dizionari della lingua italiana. In maniera piú sostanziale, tuttavia, la fiducia fa in modo che molte azioni quotidiane siano compiute senza patemi d’animo. Solo cosí gli individui, potendo fare affidamento su alcune certezze, riescono a dirigere le loro energie affettive, psichiche e razionali verso nuove possibilità di allargare le proprie esperienze di vita. Non ci sarebbero scoperte né sfide se non potessimo poggiare su qualcosa di sicuro.

Solo all’inizio dell’era moderna compare il termine “rischio” a indicare che le nostre decisioni possono avere esiti imprevisti. La fiducia si configura in tal modo come un atto profondamente umano, un atto di libertà, che non sorge naturalisticamente ma è il frutto prezioso di un contesto di vita e di un’etica implicita. Avere fiducia, infatti, in quanto atto umanissimo e vitale, significa entrare in relazione, avviare un rapporto vivo con l’altro. Fiducia è dare e ricevere. La fiducia vive e si fortifica di reciprocità ma in ogni caso comporta l’esposizione di sé: «Il modo migliore per scoprire se ci si può fidare di qualcuno - diceva Ernest Hemingway - è dargli fiducia».

Lorenzo Biagi

Parole chiave
Etica, Etica per le professioni, fiducia, convivenza, interculturalità, giovani, future generazioni, Etica e formazione, Etica applicata, Ethos, …

Editore
Proget Edizioni
Autore
Autori Vari
Consulenza Editoriale
Giuseppe Milan, Margherita Cestaro, Germano Bertin
Lingua
Italiano
Anno Edizione
2018
Dossier n°
02/2018
Numero Pagine
114
ISBN
978-88-94868-42-5
978-88-94868-42-5

fiducia e convivenza

Giuseppe Milan
La fiducia: energia generativa per un rinnovato agire pedagogico

Margherita Cestaro
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Federico Rovea
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Luigino Bruni
La parabola del Samaritano: come il gioco della fiducia

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