San Egidio di Aquileia

San Egidio di Aquileia

In occasione della festa per gli ottant’anni di mia sorella Giovanna avevo rapidamente scritto un abbozzo delle tre prime parti di questa storia, pensando che i figli e i nipoti suoi e di suo marito Alberto Rasi Caldogno si sarebbero incuriositi a vicende tanto lontane nel tempo, e ad un modo di vivere così diverso da quello in cui oggi si trovano a crescere. Strada facendo, come sempre accade quando si apre una pagina di vita, mi sono sorte alcune curiosità sulle vicende di quel luogo di cui andavo parlando, San Zili, o Sant’Egidio, mentre avevo la gioia di rievocare quelle meravigliose persone che lo abitavano, o, semplicemente, lo frequentavano, e, in alcuni casi, di rivederle.

Mi sono stati di grande aiuto mio cugino Antonio Finco, con sua moglie Carla Dalla Valle, che lì sono vissuti più a lungo di me, e con cui è stato bello fare questo tuffo nel passato. Mi hanno anche aiutato nell’indagine storica, inviandomi ottime pubblicazioni sugli avvenimenti pregressi. Incontrare Piero Michelin e la sua famiglia, aver rivisto, pochissimo tempo fa, suo padre Gigi, e sentirsi oggi uguali a ieri è stato un tutt’uno.

Allo stesso modo Albino Colledan e sua moglie hanno tenuto vivo il ricordo della loro famiglia.

Mi sarebbe stato caro rivedere anche tutte le persone che abitavano questa terra, amando come noi il luogo in cui erano nate. Ho le loro figure nella memoria e nel cuore.

Le due famiglie di cui parlo nel titolo provengono da quelle dei nostri nonni Treu, coi due fratelli Simeone e Tiziano, e Zaramella, con le due sorelle Giuseppina e Ines. In un primo tempo era avvenuto il matrimonio di Tiziano con Giuseppina, e molto dopo quello di Simeone con Ines.

Perché stavamo così bene a San Zili, si è chiesto Piero mentre parlavamo del passato. Perché qui erano tutte persone buone, è stata la chiave che si è presentata alla sua mente.