Padova Sorprende - Gennaio 2022

padovasorprende.it

Gli scorci architettonici capaci di cadenzare il ritmo dello sviluppo urbanistico nei secoli, i palazzi come luoghi testimoniali di vicende che hanno intessuto l’evoluzione storica, le persone diventate, talvolta loro malgrado, personaggi del teatro quotidiano d’esistenza, le bellezze naturali e artistiche che costituiscono il patrimonio di tesori conosciuti ai più ma anche quelli che sfuggono solitamente alla ricognizione un po’ frettolosa delle offerte turistiche, sono tutti motivi di sicura seduzione per gli studiosi che, dall’angolo visuale della loro specifica disciplina, li prospettano a un pubblico che si auspica sia sempre più ampi; ciò è necessario per far uscire quest’iniziativa di marcata rilevanza culturale dal “tabernacolo degli iniziati” verso maggior numero di persone, stimolate dallo spessore dei contributi che danno vita e corpo a un progetto degno di essere annoverato ormai tra le iniziative più efficaci per disattivare il clima di indifferenza diffusa verso il dato estetico di pregio che – tra l’altro – è a portata di mano, anzi d’occhio.

“Padova Sorprende” è azione consueta che la città sa produrre in osservatori (abitanti o turisti che siano) con quel minimo di sensibilità che serve ad apprezzare il bello nell’arte e in natura. E non è un caso che la rivista abbia assunto tale enunciato come titolo, il più adatto a illuminare il centro (Padova appunto) da cui si irradia il cumulo di sguardi e pensieri, tradotti poi nella cifra di articoli, recensioni e saggi mirati alla capacità dei lettori di sorprendersi per il patrimonio variegato di “presenze” che nella città hanno lasciato il loro segno. Così i colori della genialità nell’atto creativo, nell’approfondimento scientifico, nella realizzazione concreta di progetti costituenti la nervatura portante della storia passata e dello stato presente nell’area patavina, concorrono a sviluppare un concerto di motivi di forte impatto culturale. D’altro canto il materiale in cui puntare lo sguardo è molto corposo e ogni numero si caratterizza per la qualità d’approfondimento e per la varietà dei temi, facendo della rivista un quaderno da leggere e, soprattutto, da rileggere. L’avvio di questo viaggio nelle bellezze di Padova è dato dall’intervento di Alessandro Cabianca con la ricognizione sui fatti portanti della storia e sulle caratteristiche della Basilica di Santa Giustina. A questo si accosta Federico Cabianca con un’analisi ampia sulla Basilica dei Santi Felice e Fortunato di Vicenza e l’Abbazia di San Vito sempre a Vicenza. Il passo dalle architetture religiose alle residenze private impone ovviamente una focalizzazione sulla figura di Andrea di Pietro della Gondola, detto il Palladio, di cui Marta Celio ricostruisce la storia e inquadra la struttura delle realizzazioni più importanti. Ma l’area padovana, per tradizione ormai consolidata, è anche il luogo dove corpo e anima trovano la loro misura d’equilibrio nella dolcezza dei colli euganei e nei benefici termali di Abano. Livio Pezzato fa un viaggio a ritroso, a quando 50 anni or sono le frequentazioni erano molto diverse da quelle di oggi con una presenza variegata di giovani e anziani, mossi da interessi contrastanti. La redazione propone poi una considerazione proprio sul Parco Regionale dei colli euganei con “I vegri, spettacolo primaverile di orchidee e ambienti da tutelare”.

Si torna quindi sul versante storico più lontano con “Massimo Zabarella e le reliquie antoniane” di Enzo Ramazzina. mentre Gianluigi Peretti offre un lucido “Profilo di Ezzelino III da Romano”, fuori dal cono d’ombra della damnatio memoriae. E spostando l’obiettivo su un altro continente, s’alza la voce di Maria Irma Mariotti con “Le imprese dell’egittologo Belzoni.

Marta Celio apre il sipario su una figura che sul palcoscenico della musica si segnalò nella seconda parte del settecento, ma anche come punto di riferimento per intellettuali di valore che elessero a efficace punto d’incontro la sua dimora vicina a Prato della Valle. Nella stessa sezione della rivista c’è il lucido appunto critico di Enrico Grandesso su “Angelo Beolco. Il Ruzante e il Cardinale Marco Cornaro”.

Dulcis in fundo si colloca l’incisivo saggio sui “Canaletto” a Padova di Pier Luigi Fantelli.

In questo caso si potrebbe dire che la rivista contiene una serie nutrita di sollecitazioni e spunti culturali, per animi raffinati e sensibili alla possibilità di stupirsi ancora della stordente bellezza di tesori che a volte “si guardano, ma non si vedono”. Per questo “Padova Sorprende” è valido strumento di scoperta e godimento dell’esistente.

Editoriale di Enzo Santese