Mistero Pasquale

Mistero Pasquale

Per introdurre questa “Lettera aperta” sul Mistero pasquale, l'Autore attinge alle parole di “Gaudium et Spes”, messaggio pensato da tutti i Pastori-Vescovi del mondo romano-cattolico e rivolto a tutte le donne e a tutti gli uomini assetati di luce e alla ricerca insaziabile di senso per orientare i propri passi nel tempo del vivere che a ciascuno è dato, qui e ora. «In faccia alla morte l’enigma della condizione umana raggiunge il culmine. L'uomo non è tormentato solo dalla sofferenza e dalla decadenza progressiva del corpo, ma anche, ed anzi, più ancora, al pensiero che tutto finisca per sempre.

Però l'istinto del cuore lo fa giudicare rettamente, quando aborrisce e respinge l'idea di una totale rovina e di un annientamento definitivo della sua persona. Il germe dell'eternità che porta in sé, irriducibile com'è alla sola materia, insorge contro la morte». In sintesi, possiamo dire che secondo la testimonianza della Chiesa delle origini descrittaci dagli Evangelisti, agli Apostoli fu portata la notizia di qualcosa di sconvolgente il primo giorno oltre il sabato pasquale ebraico da alcune Discepole che, dopo una sveglia mattutina per andare al luogo della sepoltura di Gesù, trovarono il sepolcro aperto e vuoto (cfr. Mc 16, 6; Mt 26, 5; Lc 24, 6; Gv 20, 13).

Corse a svegliare i primi Discepoli, e a poco a poco divenuti convertiti e credenti, questi stessi, poi, quali apostoli, da Gerusalemme si sparsero vicino e lontano per il “lieto annuncio”. Non abbiamo dati certi su come si svilupparono i riti di quei fatti nei primi secoli delle Chiese. Di sicuro, però, da quella sveglia si sviluppò la tradizione di una veglia pasquale “fino al canto del gallo, e/o dal canto in poi”, che non fu mai più abbandonata, ma adattata con trasformazioni successive: non era una devozione popolare, né divenne mai un repertorio da museo, ma rimase ed è vivente eredità della storia sacra, in cui tutta la fede ebraico-cristiana ha le sue radici.

E tutto è continuato e continua ad essere variamente promosso e sviluppato da tutti i Papi e Vescovi successori … fino ad oggi. “È la Vita che non smette mai di cercarci“. Siamo tutti invitati a svegliarci e a vegliare per l'arrivo dello Sposo! E come innamorati, inquieti ma felici, capiterà forse anche a noi di ripeterci sorpresi: «… dormivo, ma il mio cuore vegliava» (dal Cantico dei Cantici 5, 2). È l'eco di una voce misteriosa che risuona: “la tua fede, donna, ti ha salvata” (cfr. Mc 5, 34); “va’ la tua fede, uomo, ti ha salvato” (cfr. Mc 10, 52).