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Prefazione di Alessandro Cabianca
Nota a margine di Marta Celio
Collana "L'oro dei suoni"
… a un cuore in pezzi
nessuno s’avvicini
senza l’alto privilegio
di aver sofferto altrettanto
E. Dickinson
con candide mani
A volte un profluvio di parole non comunica quanto una sospensione o un silenzio. L’ansia che produce un silenzio, quando se ne coglie il vuoto, non è lo stesso tipo di ansia che produce un silenzio carico di suggestioni e di quella serenità che deriva dal coglierne i significati appena accennati, appena pacificati dopo una lunga lotta tra memoria e desiderio, tra interiorizzazione e oblio. Il turbamento che discende da quel che non si potrebbe accettare se non con un atto di rimozione viene accettato nel momento della presa d’atto che l’irreparabile si è compiuto e che solo la parola ridà corpo all’esperienza vissuta e in certo senso la giustifica. Siamo “nella casa di un morto”; un dire così diretto non permette divagazioni anche perché, a rinforzo, sta una parola definitiva, in maiuscolo: il Niente, “quell’importante Niente/ che la stanza riempie”. Pesa ora il vuoto lasciato da quella assenza, una mancanza che non verrà più compensata se non nel ricordo di ogni oggetto condiviso (tavolo, sedia, cuscino, libri) e, soprattutto, gli amorosi istanti.
Verrebbe voglia di fermarci qui, per pudore, nel commentare il poemetto Con candide mani di Anna Lombardo, rispettando uno di quegli imperativi che con tanta lucidità ci ha regalato la Dickinson: “A un cuore in pezzi/ nessuno s’avvicini/ senza l’alto privilegio/ di aver sofferto altrettanto”. Ma così non può essere perché così non è per la poetessa che con estremo candore ci lascia qualche traccia del suo raccontarsi […]
[…] dopo venti poesie di questo breve ed essenziale poemetto di trentatré soli componimenti, troviamo la parola che lo giustifica, amore: “E ti aspetto amore ancora stanotte/ nel letto che ci colse” e da qui i ricordi si sommano ai ricordi in una continua rincorsa per uno sguardo già oltre il cammino fatto, insieme o da soli, per non radicarsi esclusivamente nell’assenza, come nella più intensa, a mio parere, tra le liriche di questa raccolta […]
[…] Il linguaggio così controllato e così scarno di questi versi ci riporta a certa poesia anglosassone: la già citata Dickinson, Auden, Eliot, ma la matrice più profonda a me sembra l’essenzialità di certa poesia latina, su cui un classicista come Mario Geymonat ha speso molto del suo tempo e della sua passione di studioso, condividendo questa passione con la sua compagna, come la tensione formale di certe anacreontiche o di certi frammenti della lirica greca, tra i lasciti più cospicui per intensità e chiarezza della lirica universale. | Alessandro Cabianca
- Editore
- Proget Edizioni
- Autore
- Anna Lombardo
- Anno Edizione
- 2020
- Numero Pagine
- 88
- ISBN
- 978-88-94868-62-3
- Dimensioni
- 12 x 15,5 cm
Anna Lombardo
Vive e insegna a Venezia. Ha svolto il suo dottorato di ricerca sulla marginalizzazione della scrittura poetica femminile presso il Trinity College di Dublino.
Si occupa di traduzione poetica contemporanea.
Raccolte poetiche bilingue: Anche i Pesci Ubriachi (2002); Nessun Alibi (2004); Quel qualcosa che manca (2009). Lavori critici su, tra gli altri, Amy Lowell, Jack Hirschman, Joice Lussu e Pasolini.
Ha curato l’antologia “C’è chi crede nei sogni” (2014) e 15x15 “la Fotografia incontra la Poesia” (2020).
Dal 2011 è direttrice artistica del Festival Internazionale Palabra en el Mundo che si svolge ogni anno in maggio a Venezia. Ospite in molti festival internazionali.
Nota a margine
Marta Celio | Vive a Padova. Filosofa, critica di letteratura e d’arte, poetessa